L'UTEN celebra Puccini
Venerdì 19 dicembre l’UTEN ha voluto ricordare, a novant’anni dalla sua scomparsa, il grande musicista lucchese Giacomo Puccini e lo ha fatto con un seminario formativo dal titolo “Puccini e la fiaba senza fine: Turandot e l’eredità musicale del maestro”, curato dalla dott.ssa Vincenza D’Onghia. L’evento, insignito del prezioso patrocinio del Senato della Repubblica e del Centro Studi Puccini di Lucca, si è tenuto presso il Chiostro di San Domenico.
“Questa serata si inserisce in un percorso di studio che parte dalla Toscana, dal centro studi Puccini di Lucca, una libera istituzione culturale senza fini di lucro, costituita allo scopo di riunire i massimi esperti ed appassionati della sua figura e della sua opera” ha esordito la dott.ssa D’Onghia, rappresentante pugliese del Centro Studi. Dopo un breve excursus biografico l’attenzione è stata posta sulla Turandot, l’ultimo magistrale e incompiuto capolavoro di Puccini, quello che a dirla della D’Onghia sarebbe stato “il vertice della sperimentazione pucciniana”. Non è mai stato semplice conciliare avanguardismo musicale e opinione pubblica ma Puccini, nel corso delle sue ricerche, sembrava aver trovato la chiave di un giusto compromesso. In Turandot si realizza una resa timbrica perfetta tra orchestra e strumenti cinesi, “Puccini ha una sensibilità enorme nell’accostare toni rituali e drammatici” - ha commentato la D’Onghia - “inserisce delle note che fungono da collante”.
Nell’opera un posto di rilievo è occupato dal coro di fanciulli che presiede a ruoli diversi, adattandosi alle vicende dell’intreccio. Contributi audio e video hanno consentito di cogliere i punti più salienti dell’innovazione Pucciniana. Attraverso un’analisi dettagliata la dott.ssa D’Onghia ha, inoltre, preso in esame i 3 atti di Turandot, soffermandosi sulla complessità della trama e sull’intrigante figura di Liù, frutto dell’ingegno del musicista, nel suo rapporto con la terribile Turandot. “In Turandot manca la componente magica che aveva contraddistinto le opere precedenti; Puccini, però, non si smentisce nella ricerca dei dettagli” ha commentato la dott.ssa. L’accuratezza e la chiarezza della D’Onghia hanno decretato il successo della manifestazione.